Da una parte ci sono le comunità per disabili, i centri per anziani, gli hospice gestiti dalla cooperativa sociale Società Dolce. Dall’altra ecco i marchi, i folder e gli altri strumenti progettati da noi. Cosa li unisce? La necessità di promuovere servizi necessari. E quella di farlo nel modo giusto.
La sfida da raccogliere è speculare a quella della comunicazione per i nidi d’infanzia, (sempre per Coop Dolce). Se quei brand evocano l’infanzia sfuggendo ai cliché da prodotti per bambini, i progetti per le comunità e i centri devono comunicare in modo non respingente, ma senza dare una rappresentazione inverosimile a temi delicati. La soluzione? Comunicare con cura cosa c’è dietro al lavoro di cura. Preferendo segni, immagini e metafore che rassicurano ma non censurano. Scegliendo con attenzione le parole, ma soprattutto ascoltando quelle dei referenti. Così nascono gli alberi-impronta, le rondini, i ritratti che vedete qui.
Dietro questi strumenti di comunicazione di base (nel senso di “irrinunciabili”) c’è uno sguardo approfondito. Un punto di vista (link al blog, ndr) che si sposta, per vedere il progetto con gli occhi del committente e con quelli del pubblico. Per poi immaginare una soluzione creativa, efficace e rispettosa.